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A seguito del finanziamento del progetto "A spasso per Calice Ligure" concluso nel 2020 e finanziato su fondi regionali (Patto per il Turismo), nel 2021 il Comune di Calice Ligure inizia ad affrontare la materia del "riordino" della rete sentieristica con l'obiettivo, tra gli altri, di distinguere e regolare i percorsi per soli escursionisti e quelli per sole mountain-bike da discesa. Viene affidato a Ing. Silvia Brioschi e Agr. Dott. Francesca Magillo un incarico per lo studio di fattibilità per la riqualificazione della rete di fruizione outdoor ricadente nel territorio comunale, che comprende anche parti operative come la marcatura dei percorsi escursionistici con segnavia a vernice nell'autunno del 2023, e la loro iscrizione alla Rete Escursionistica Ligure (REL). Gli elaborati sono stati ultimati e consegnati nell'autunno del 2024, con l'inserimento della parte sui percorsi mountain-bike nella zona Pian dei Corsi e San Rocco di Carbuta, conforme alla normativa Regionale (DGR 779/2018). Trattandosi di uno studio di fattibilità, propedeutico al reperimento fondi per la realizzazione di lavori di sistemazione dei percorsi escursionistici, il lavoro non ha previsto la realizzazione di pannellistica informativa, tuttavia è stata realizzata questa versione provvisoria per consentire a tutti di trovare i percorsi e fruirne al meglio.
In questa pagina non sono riportati i percorsi dedicati alla esclusiva discesa di mountain-bike.
L'autore non si occupa del monitoraggio dei percorsi, perciò questa pagina non riporta eventuali problemi di percorribilità, variazioni o temporanee interruzioni. Si raccomanda di avere prudenza: quando si effettua un percorso per la prima volta, considerare un tempo sufficiente a tornare indietro in caso di problemi; valutare le proprie capacità fisiche, tecniche e di orientamento; indossare sempre scarpe da trekking o da trail sui percorsi escursionistici.
Questa pagina è ospitata nelle pagine interne del sito www.serinus.it al solo scopo di renderla operativa online. L'autore opera in zona come Guida Ambientale Escursionistica organizzando escursioni: vedi il calendario.
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Il percorso parte dal centro di Calice presso il ponte di Eze, sul torrente Pora. Dopo il ponte, alla curva prendere la stradina che sale in località Bricco, fino all'ultima casa; qui inizia il sentierino nascosto tra le querce, che si innesta su una strada sterrata. Si segue la sterrata fino a una casa isolata e si prosegue a destra su una pista forestale. Ad un certo punto si scorge sulla destra un sentiero che sale (segnavia 41, mentre la pista prosegue con segnavia 41V), a tratti ripido, tra querce con strane forme, tra cui il "Portale del bosco Inomaio". Si arriva al pilastro, al centro di uno spiazzo sterrato, con sedute tutto intorno. Per il ritorno si può prendere la pista evidente che scende (segnavia 41V), al successivo bivio tenere la sinistra, si ritorna al bivio 41/41V e da qui a Calice seguendo il tragitto di andata.
Il percorso parte dal centro di Calice presso il ponte di Eze, sul torrente Pora. Dopo il ponte, alla curva prendere la stradina che sale in località Bricco, ma poco dopo svoltare a destra (segnavia 42) su una mulattiera che sale alla soprastante Strada Provinciale. Prestare attenzione nel percorrere il tratto della Provinciale, senza marciapiede, fino ad un piazzaletto vicino alla vasca dell'acquedotto: qui si torna su mulattiera e si arriva alla cappella di San Bernardo. Si segue la stradina asfaltata che scende nuovamente sulla Provinciale; al successivo tornante prendere la mulattiera che prosegue dritta e porta al tornante di sopra, dove si attraversa e si riprende la mulattiera che sale a sinistra. Sempre salendo, si attraversa per l'ultima volta la Provinciale in corrispondenza del nucleo di Eze. Passare nelle case sotto all'archivolto, e in cima alla scaletta prendere il sentiero pianeggiante a destra, che arriva su una stradina cementata; proseguire sulla stradina, che inizia a salire e diventa poi una pista forestale (ignorare tutte le piste minori), poi imboccare un sentierino sulla sinistra che in pochi metri porta su una strada sterrata. Il sentiero prosegue nel bosco oltre la sterrata esattamente di fronte, a tratti stretto; dopo una serie di piccoli tornanti, con un'ultima ripida salita sbuca presso un pilone votivo, quindi svoltando a sinistra e poi a destra si arriva nel piazzale del Santuario della Madonna della Guardia.
Il percorso inizia alla base di via Gariglio (segnavia 43), che si può raggiungere dalla vicina piazzetta IV novembre o dal parcheggio all'inizio di via Trincheri; la ripida salita porta nella borgatina e, oltrepassate le prime case, prosegue tra le fasce, tornando ad essere evidente poco dopo, quando si scorge il vecchio ciottolato; con una curva a sinistra porta ad una casa isolata, si svolta a sinistra costeggiando la casa e dopo pochi metri si scorge la mulattiera che sale a destra. Il sentiero è abbandonato da molto ma il fondo ben ciottolato, a tratti visibile, indica una antica percorrenza comunale; alcuni tagli recenti di alberi portano al proliferare di alte erbe infestanti (chi ha timore di perdersi, alla casa isolata può svoltare a destra arrivando su strada asfaltata, quindi svoltando a sinistra si arriva all'ultima casa di via della Pineta). Per sentiero si arriva, dal basso, all'ultima casa di via della Pineta, al piazzale sterrato; qui si prosegue in salita su sentiero. Una traccia nascosta nel bosco consente di fare una breve deviazione ad una vecchia cisterna in mattoni. Proseguendo sul sentiero principale, dopo una repentina curva a destra questo si stringe e si incontra un pilone votivo; alla successiva curva si segue sempre il percorso principale più evidente, fino ad arrivare all'area picnic di San Rocco di Carbuta (sagra a metà agosto). Oltre l'area picnic, quasi all'asfalto, si prende il sentiero a sinistra (segnavia 46) che porta a Ca' de Raimondi; qui, a una curva prestare attenzione al sentierino stretto che si stacca dalla strada, poco evidente (chi si sbaglia, si troverà in breve alla fine dell'asfalto davanti a una ripida discesa). Si scende gradatamente fino ad un punto dive il bosco si dirada, qui bisogna rimanere in quota piegando a destra per attraversare un impluvio dove il sentiero diventa poco evidente per presenza di infestanti (chi sbaglia si troverà a sbucare su una stradina privata con sbarra e quindi al tornante sulla Provinciale di Carbuta, e quindi dovrà percorrerne un tratto per ricongiungersi al sentiero). Il sentiero torna evidente subito dopo l'impluvio; si passa un cancelletto e, scendendo, si passa tra vecchie case, si scende sotto a un archivolto, si attraversa la Provinciale e ci si trova nella piazzetta della cappella di Carbuta. Subito sotto, si prende il vicolo a destra tra le case, che diventa scaletta e sbuca sulla sottostante Provinciale. Prestando attenzione alle auto, si segue la Provinciale fino al bivio per Canto di Sotto, dove si imbocca la strada per la borgata. Presso un agriturismo si prende il sentiero che scende e si fa subito pianeggiante (segnavia 46 e, per un breve tratto, anche 45). Poco prima dei ruderi di Ca' di Generella, il percorso devia a sinistra in un impluvio (i primi metri potrebbero essere coperti da alte erbe infestanti) e si trasforma in breve in una bella mulattiera con ciottolato evidente. Con alcune curve la mulattiera scende al torrente Carbuta e lo passa sul Ponte degli Alpini, e dopo breve tratto in frana con sentiero stretto, con un paio di curve riprende quota e si allarga. Al bivio proseguire in piano, il sentiero è di nuovo stretto e passa i ruderi delle Case della Rocchera Vecchia, fino ad una casa isolata (Rocchera nuova). Si sale un breve tratto accanto ad una cisterna e si arriva su una strada sterrata (sempre segnavia 46). Si segue la sterrata a sinistra fino all'incrocio della Crocetta (pilone votivo e confine con Rialto), dove si svolta in discesa a sinistra. Oltrepassata una casa, lasciare l'asfalto per prendere un sentierino a sinistra, che porta alle case di Costa superiore. Si prosegue sul sentiero di fronte, che passa accanto a una villa abbandonata, arrivando a Costa inferiore; sempre di fronte, accanto al muro della casa, il sentiero prosegue arrivando ripido su via Inomonte. Sempre in discesa ripida (su asfalto) si arriva in piazzetta IV novembre a Calice.
Il percorso inizia sotto alla chiesa parrocchiale di San Nicolò (segnavia 44): si sale una scaletta in pietra e si imbocca la mulattiera che passa dietro alla chiesa ed arriva sulla strada per Campogrande; dopo un breve tratto di asfalto, si gira a sinistra su una stradina asfaltata minore, ripida, quindi si svolta a destra verso il cimitero, dove parte una strada ciottolata, che poi diventa cementata. Si attraversa la stradina asfaltata superiore, ed una scaletta porta alla cappella di San Giuseppe. Si prosegue passando alcune case fino a un bivio, dove si prosegue dritti per una stradina sfaltata stretta: passata una casa si intercetta un sentierino che scende a destra (prestare attenzione tratto esposto), passa un impluvio e prosegue in piano, quindi torna a salire con varie curve nel bosco, passando una vecchia fornace da calce. Si sbuca vicino a una casa isolata e si segue la stradina in salita fino a scorgere la strada principale che viene da Campogrande (tornante); evitandola, si svolta a destra e poi subito a sinistra, salendo nel bosco fino a un bivio con un sentiero più evidente: si prende a sinistra, ed al successivo bivio a destra (segnavia 44, mentre sul sentiero dritto c'è il segnavia 44V). Con varie curve e brevi tratto attrezzati con corda, si giunge alla base della Falesia del Riccio, unica parete di arrampicata in Comune di Calice, qui occorre prestare attenzione alla traccia che, deviando a destra, aggira la parete e porta in uno spiazzo superiore; dallo spiazzo si imbocca il piccolo canyon a sinistra e lo si percorre fino in fondo, salendo poi tra le rocce e sbucando in un ultimo tratto di salita ripida. Al Presepe dei S'ciancabraghe il sentiero diventa pianeggiante e costeggia la base dei Castelletti fino ad una grotticella murata: qui si prende la breve deviazione che porta sul balcone dei Castelletti (panorama da sopra le cime degli alberi). Tornando alla grotta murata, si prosegue dritti salendo ancora un poco e quindi scendendo, finchè il sentiero incrocia una sterrata ampia. Imboccando il ramo a sinistra (segnavia 44V) siamo già sulla via del ritorno, su sterrata ampia con tratti ciottolati; dopo varie curve, a un tornante, si prende il sentiero che si stacca dalla sterrata (segnavia 44V) giungendo in breve al bivio dell'andata (segnavia 44/44V) e da qui tornando alla partenza. Per chi vuole evitare il tratto esposto in discesa, al tornante si può anche proseguire sulla sterrata, che diventa asfaltata giungendo a Campogrande.
Il percorso parte dal piccolo parcheggio in cima a Canto di sopra (segnavia 45), ma in alternativa si può intercettare a Canto di Sotto, parcheggiando al piazzaletto sulla Provinciale per Carbuta, proprio in corrispondenza del bivio per Canto di Sotto. Da Canto di Sopra si imbocca la bella mulattiera che sale a sinistra, e si incontra subito un primo bivio: la deviazione a destra (segnavia 45C) porta, con una bella mulattiera, alla chiesetta di Santa Liberata, mentre a sinistra (segnavia 45) si scende su un impluvio e si passa il ponte costruito dai cacciatori, per inoltrarsi nel bosco. Giunti a un secondo bivio, il ramo a destra (segnavia 45) in piano porta alle cascate: inizialmente evidente, poi ad uno spiazzo nel bosco si scende al torrente Carbuta con una prima coppia di piccole cascate, si guada e si sale ancora per un tratto incontrando una cascata maggiore e poi una più piccola, dove termina il sentiero in corrispondenza di uno spiazzo accanto a una grande roccia (la vecchia via proseguiva oltre, ma il versante in frana non rende consigliabile proseguire oltre, non trovandosi nemmeno cascate più grandi). Ritornando al bivio, si prende il ramo di sentiero che scende (segnavia 45) e, superati alcuni smottamenti, si arriva ai ruderi di Ca' de Generella, dove si incontra il sentiero con segnavia 46. Con un breve tratto pianeggiante in comune con questo sentiero, si arriva presso un agriturismo e si prende la salita che fiancheggia un ovile (segnavia 45), portando alla stradina asfaltata di Canto di Sotto, dove si svolta a sinistra. All'ultima casa si passa sotto all'archivolto a destra e si sale alla stradina asfaltata di Canto di Sopra presso una cappella. Si attraversa la strada per percorrere il sentiero che attraversa tutta la borgata fino al parcheggio.
Il percorso parte da San Rocco di Carbuta e imbocca la mulattiera (segnavia 46) che, dando le spalle alla chisetta, scende a sinistra, con bei tratti di ciottolato, alla borgata di Ca' de Cia. Qui si svolta a destra per prendere il sentiero pianeggiante (segnavia +) diretto a Pianmarino, un'ampia conca prativa di origine carsica. Tornando al bivio subito prima del prato, si prende il sentiero che sale a sinistra (segnavia 2 bolli rossi), anche questo con tratti in ciottolato. Si arriva sulla soprastante strada sterrata e si svolta a destra (segnavia 44) per ritornare a San Rocco.
La partenza è segnata sopra alla chiesetta di Carbuta (segnavia 47) ma si può anche partire dalla soprastante Piazza Cappa, oppure dal parcheggio della borgata Ca' de Berti (questo breve tratto senza segnavia). In ogni caso ci si ritrova a salire sul retro della chiesa parrocchiale di San Martino, sul percorso dell'acquedotto, inizialmente pista ampia e poi sentiero all'ombra nel bosco. Emerge l'antico ciottolato, poi su stradina asfaltata si arriva a Case Visca e, di nuovo su sentiero, alla Cappella della Madonna delle Grazie (nota anche come "Due di luglio"), dopo aver sfiorato la strada Provinciale per Pian dei Corsi. Un altro tratto di sentiero evita la strada, e porta ad attraversare la Provinciale: si prosegue sull'altro lato per strada sterrata in piano fino a un punto panoramico sulla valle, con una lapide. Qui inizia un tratto più difficile (soprattutto in discesa) perchè, voltate le spalle al punto panoramico, si deve salire il risalto roccioso e seguire lo spartiacque per un bel tratto, per traccia ripida tra le rocce. Dopo un affaccio panoramico, il sentiero si fa più definito in lecceta, quindi arriva su una sterrata e la attraversa; si prosegue sempre su spartiacque (ignorare altre piste), con un tratto erboso pianeggiante e una risalita, arrivando ad incrociare una discesa per mountain-bike che subito si abbandona per prendere un sentiero a destra. Il sentiero diventa un po' confuso ma presto arriva a sbucare sulla strada sterrata per Colla San Giacomo: seguire a destra. Dopo un impluvio si trova a sinistra la pista che sale al rifugio Siri (sempre segnavia 47), al cospetto di grandi alberi di faggio. Il rifugio non è custodito ed è piuttosto spartano (per info chiamare il Comune di Calice Ligure). Proseguendo oltre, si passa un impluvio e ci si trova al tornante di una discesa per mountain-bike: la si attraversa mantenendosi nella faggeta tra i due tracciati, ed in brevissimo si arriva su una pista forestale, che arriva al tornante di una pista maggiore; qui si prende a sinistra in salita e si arriva sull'Alta Via dei Monti Liguri presso il Colle di Cravarezza. A questo punto ci si dirige a sinistra su sentiero inizialmente pianeggiante, a tratti in salita, ben segnato ed evidente. Dopo un ultimo affaccio panoramico in direzione Monviso si arriva alla "Base Nato" (ex base Americana).
Il percorso parte in località Pian dei Corsi, dal parcheggio presso il bivio per la "Base Nato". Si imbocca la sterrata (segnavia 48) diretta verso nord sul fianco del Bric Chioggia, incontrando prima una sorgente e poi il Cippo del Partigiano Otto. Di lì a poco si imbocca una pista forestale che scende e da questa si segue la linea spartiacque (possibile ricrescita vigorosa di polloni dovuta a taglio recente) per intercettare un sentiero sottostante: si segue a sinistra, il sentiero fa un tornante e diventa pista forestale recente, che si segue in discesa, curva a sinistra e arriva a un piazzale. Dal piazzale si svolta a destra indietro, intercettando un sentiero che scende verso il rio Cravarezza, a tratti scavato. Giunti al rio, ecco la parte più bella del percorso, che lo costeggia scendendo lentamente, con alcune piccole cascate. Attraversato un rio minore ed un tratto sasssoso, il sentiero diventa pista forestale ampia. Ad un bivio si può fare una deviazione a sinistra per vedere Cascina Orso: siamo già tra nella zona della frazione Cravarezza, abbandonata negli anni '60, fatta di cascine sparse nei boschi. Il percorso scende invece a destra, verso il rio; un'altra breve deviazione porta al Lago della Cengia (una pozza con cascata). Restando sul percorso principale si guada il rio e si risale dall'altra, per pista forestale ripida e fangosa, e poi, svoltando a sinistra, si arriva alla chiesa di San Giovanni decollato, dove una volta c'era la scuola del paese. Tutta quest'area è spesso oggetto di operazioni forestali, quindi occorre prestare attenzione ad individuare la strada giusta, nel caso di creazione d nuove piste forestali. Da San Giovanni si segue la strada che sale (segnavia 48) verso Cascina Cianaso, dove si piega a destra sulla vecchia via comunale; un tratto ripido porta a Cascina Cappella ad un altro bivio dove si prende la via di destra (sempre segnavia 48), che porta su un'ampia pista forestale nella faggeta, con lunghi tratti in piano. Una rampetta in discesa porta il località Piagge Nere (in zona vi era una Miniera di Grafite), su una sterrata ampia che va seguita fino alla strada asfaltata sotto alla "Base Nato"; seguendo l'asfalto in discesa si torna alla partenza.
Da Piazza Cesio (bacheca con cartina) si entra in un vicolo sotto a un portucato, e si segue la Bealera del Follo, storico canale a cielo aperto che, attingendo acqua dal torrente Pora, è ancora oggi utilizzato per irrigare i terreni coltivati. È un sentiero facile e breve, attrezzato per essere percorso da persone non vedenti o ipovedenti, con targhe tattili. Piegando a destra ci si immette sulla strada asfaltata Calice - Rialto e si rientra alla partenza seguendo il marciapiede, oppure si può proseguire su uno dei percorsi tematici Natura, Cultura e Sensoriale.
Itinerario ad anello, dedicato all'osservazione dell'ambiente e degli spazi agrari. Uscendo dalla Via del Beo prosegue in salita e imbocca il ciottolato di Via della Crosa, scende un tratto di via Inomonte e devia a sinistra per attraversare il torrente Carbuta; risale, attraversa la strada per Carbuta e ridiscende sulla strada per Campogrande. Da qui inizia la salita nel bosco che porta ai Prati di San Giuseppe (un tempo vi era un'area picnic dove oggi c'è una villetta, ma ` ancora possibile sostare sul prato); passata la cappella omonima, in vista della Rocca di Perti si ridiscende in paese per visitare il Giardino della Casa del Console. Infine si percorre il sentiero lungo la Bealera "Sotto Chiesa" fino alla "Stagno del Pora", piccola area verde con piante palustri creata lungo il torrente. Lungo il percorso sono presenti 12 pannelli illustrativi sugli aspetti naturali.
Passeggiata ad anello con poche difficoltà, a carattere prettamente storico. Uscendo dalla Via del Beo raggiunge luoghi notevoli dal punto di vista paesaggistico, culturale e architettonico: la cappella di Santa Libera e la storia del ponte distrutto, una salita su ciottolato tra gli ulivi che raggiunge la parte alta di via Inomonte sotto a Villa Cappellini, la vecchia scuola di Calice, la "la piazzetta", e la Via Vecchia per Finale fino alla Casa del Console, ora Museo d'Arte Contemporanea; attraverso passaggio coperto da archivolto si ritorna sulla strada e ci si affaccia sul Ponte di Eze, prima di rientrare in piazza Massa. Lungo il percorso sono presenti 12 pannelli illustrativi con testi inediti e immagini d'epoca fornite dallo storico locale sig. Angelo Tortarolo.
Il percorso vede protagonisti i nostri sensi: la segnaletica invita ad utilizzare non solo la vista, ma anche il tatto, il gusto con riferimento ai frutti antichi presenti nella campagna (vi era anche un grande gelso abbattuto di recente), l'olfatto con le piante aromatiche, l'udito con i canti degli uccelli e il senso dell'equilibrio nello spazio (propriocezione). Di facile percorrenza, è attrezzato con segnaletica tattile (per questioni di sicurezza, le persone non vedenti devono essere accompagnate). Si parte sempre al termine della Via del Beo e si prosegue oltre la cappella di Santa Libera; attraversata la strada presso un pilone votivo, si sale a destra intercettando via Inomonte, che si percorre fino al rientro in centro paese.
La rete escursionistica costruita consente di legare tra loro diversi percorsi. Ad esempio, dai Castelletti si può proseguire per San Rocco di Carbuta (segnavia 44) e scendere per Gariglio (segnavia 43); dalla strada che porta alla Base Nato si può iniziare il ramo est dell'Anello di Cravarezza ed accorciare il giro prendendo il collegamento per il Colle di Cravarezza (segnavia 48C) e l'Alta Via dei Monti Liguri per Base Nato; si possono raggiungere le Cascate del Carbuta (segnavia 45) partendo direttamente da Calice centro (segnavia '3 bolli rossi' e 46). La rete è connessa anche a percorsi in Comuni limitrofi: a Rialto con il sentiero della Rocchera (raggiungibile da Calice centro con segnavia '3 bolli rossi' e 46) e con il Rifugio "La Casermetta" sia dalla Rocchera che dalla Base Nato (scendendo dall'Alta Via o dal sentiero del Partigiano); a Orco Feglino con la strada sterrata per Colla San Giacomo (raggiungibile anche con il percorso 'triangolo rosso'); a Finale Ligure con i sentieri che si incrociano presso i Castelletti e quello che scende da Pianmarino (segnavia '2 bolli rossi').
Informazioni tratte dalla relazione finale dell'incarico Studio di fattibilità per la riqualificazione della rete di fruizione outdoor del Comune di Calice Ligure - Ing. Silvia Brioschi, Agr. Dott. Francesca Magillo, e dal progetto A spasso per Calice Ligure - Arch. Simonetta Raynero, Ing. Silvia Brioschi, Agr. Dott. Francesca Magillo.
Referente Ufficio Tecnico Comune di Calice Ligure: Geom. Gianantonio Vignola.
GPS, iscrizione alla REL, grafica e web: Agr. Dott. Francesca Magillo ©www.serinus.it
Pagina realizzata a febbraio 2025